Lazar Samardzic è stato pesantemente bocciato: le parole sono inequivocabili e costringono la Juve a rivedere i suoi piani.
Nel corso del mercato di gennaio sono stati fatti tanti nomi per il centrocampo bianconero, ma alla fine – un po’ a sorpresa – la Juventus è andata a prendersi Carlos Alcaraz dal Southampton. Allegri e Giuntoli hanno quindi deciso di puntare sul giovane argentino, arrivato in prestito dai Saints per 3,7 milioni di euro.
A fine stagione i bianconeri decideranno se riscattare Alcaraz, ovviamente tenendo conto delle sue prestazioni in questa seconda parte di campionato. Tuttavia il riscatto per il giocatore è stato fissato a 49 milioni: una cifra non banale che ovviamente spinge la Juve a mantenere vivi anche altri obiettivi.
Tra questi c’è sicuramente Lazar Samardzic, il 21enne dell’Udinese che la scorsa estate era davvero a un passo dalla firma con l’Inter. Alla fine il trasferimento in nerazzurro è saltato e il centrocampista serbo è rimasto in Friuli: sebbene Samardzic sia totalmente concentrato nel provare a centrare l’obiettivo salvezza con l’Udinese, il corteggiamento di un big club come la Juve non può rimanergli indifferente.
Ma è davvero lui l’uomo giusto per aumentare il tasso tecnico del centrocampo di Allegri? Non ne è così convinto Luigi De Agostini, che nel corso della sua carriera ha indossato sia la maglia dell’Udinese che quella della Juventus. L’ex esterno sinistro ritiene che il 21enne sia sicuramente un buon giocatore ma che abbia ancora da fare qualche passo in avanti per poter essere considerato davvero da Juve.
Secondo De Agostini, infatti, per poter ambire a certi palcoscenici Samardzic dovrebbe essere più costante e andare meno a intermittenza. Il suo problema principale è proprio la mancanza di continuità: non è un caso se in più di un’occasione il giovane talento dei friulani è partito dalla panchina.
Samardzic deve fare quindi questo step per potersi presentare a Torino con le giuste credenziali: in una squadra di vertice come la Juve serve infatti un livello superiore rispetto a quello mostrato in questa stagione dal serbo. De Agostini fa poi un discorso più ampio, affermando che oggi bastano davvero poche partite per arrivare già a esaltare un giocatore: una situazione diversa rispetto al passato, dove invece servivano “almeno due campionati giocati alla grande” per poter arrivare a giocare in una delle squadre più forti del campionato.
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