Sinisa Mihajlovic resta un campione e un uomo indimenticabile nel mondo dello sport e non solo: un ricordo commovente lo dimostra ancora una volta
Ci sono uomini che vanno oltre la concezione di vittoria o sconfitta, la sensazione di poter incidere o meno sul destino di un evento sportivo e si ergono a simboli di un intero sistema, di un modo di vedere la vita: esempi, insomma, in tutto e per tutto.
Sinisa Mihajlovic era un concentrato di tecnica estrema, uno dei mancini migliori della Serie A, da calciatore (forse il miglior battitore di punizioni) e poi anche un allenatore capace, uno di quelli che crea un rapporto simbiotico con il gruppo che ha a disposizione, supportandone i bisogni emotivi e puramente calcistici. La sua carriera sarebbe andata avanti ancora a lungo, se la malattia non ce l’avesse strappato, e chissà quante altre pagine di storia avrebbe firmato con la sua inconfondibile espressione da duro, che in realtà ha sempre celato un cuore immenso.
Il serbo ha inciso comunque su molti ragazzi, cambiando inevitabilmente la loro storia e tra questi c’è anche Cristiano Piccini, difensore classe 1992 che è arrivato da poco alla Sampdoria, uno dei club in cui Mihajlovic è considerato un vero e proprio idolo. E sono arrivate inevitabilmente anche altre parole al miele sull’ex Inter e Lazio.
Piccini ha avuto una carriera piuttosto importante, riuscendo imporsi a livello nazionale, nel nostro Paese, e internazionale, con club di pregio come Valencia, Fiorentina, Atalanta e Real Betis, tra i tanti.
Il suo lungo girovagare ora l’ha riportato in Italia dall’entrata posteriore, in Serie B con la casacca blucerchiata, dove spera di lasciare un segno e chissà di centrare anche una promozione che sarebbe comunque storica, in futuro. Ai canali ufficiali del club ligure non poteva mancare un ricordo strappalacrime su Mihajlovic: “Sinisa per me ha rappresentato la persona che mi ha fatto esordire in Serie A nella squadra della mia città. È una persona che avrà sempre una parte nel mio cuore“.
Non smetterà mai di ringraziarlo, quindi, per quello che è riuscito a dargli e per quel giorno entrato nella sua storia personale: “Per me aver esordito anche solo quei 10 minuti nella Fiorentina ha significato tanto, è la squadra che tifo. Non ricordo se volesse portarmi qui alla Sampdoria 10 anni fa, però sono molto felice di essere qui adesso“.
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